Per colpa del Covid-19 l’economia spagnola si è ridotta dell’11% nel 2020: è il più grande calo in 85 anni. Bisognerebbe tornare all’inizio della guerra civile per trovare un disastro più grande, quando nel 1936 l’economia crollò del 26,8%. Il calo della produzione è equivalente al costo delle pensioni in un anno.

Secondo il FMI e la Banca di Spagna ci vorranno almeno tre anni per recuperare. E questo senza considerare che ancora non si erano rimarginate le ferite della precedente crisi finanziaria: tra il 2008 e il 2013 sono spariti 9,5 punti di PIL. Se non avesse la UE, la Spagna sarebbe ridotto a un Paese del Terzo mondo.

Uno dei motivi di questa incredibile débâcle sta nel fatto che il tessuto produttivo è fortemente dipendente da servizi come l’ospitalità e il turismo, che richiedono più interazione sociale.

Un altro motivo sta nella grande abbondanza di piccole-medie imprese, meno capaci di resistere agli alti e bassi dei mercati.

Inoltre vi è una percentuale troppo alta di posti di lavoro temporanei, i cui contratti sono più facilmente rescindibili non appena ci sono turbolenze.

Il debito pubblico ha raggiunto livelli senza precedenti nel Paese: 119%, un aumento del 23% rispetto al 2019.

I benefici fiscali alle imprese, per non farle fallire, vanno nel periodo ottobre 2020-gennaio 2021 dal 75 all’85% su base mensile.

Tutte le stime del governo vengono ampiamente smentite dalla realtà dei fatti, soprattutto per quanto riguarda assistenza sociale, cassa integrazione, reddito minimo vitale, ecc.

Insomma, a parte il debito pubblico, c’è chi sta molto peggio di noi. E anche da loro la destra dei Popolari e di Vox sta politicizzando il virus per far cadere il governo del socialista Pedro Sanchez.

Italia e Spagna sono i Paesi che riceveranno più soldi dal Recovery Fund, perché i più colpiti dalle conseguenze economiche del virus, ma sono anche i peggiori per i livelli di spesa dei fondi europei. Nel senso che sprechiamo o non sappiamo investire i soldi che ci arrivano. Il tasso di assorbimento degli investimenti del bilancio UE per Italia e Spagna è stato, rispettivamente, del 40% e del 39% per il periodo 2014-2020.

Salvini, che sa bene di non avere alcuna capacità d’investire in maniera produttiva le risorse del Recovery Fund, e che per questa ragione non vuole essere tenuto sotto controllo dalla Commissione Europea, ha già detto che dalla UE, se va al governo, prenderà soltanto la quota parte di 81,4 miliardi di euro, che non prevede obbligo di restituzione. E questo nonostante che gli interessi da pagare per il Recovery Fund siano prossimi allo zero.

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