Si è costituito il Comitato “Via le mani dall’inoptato”. È formato da associazioni d’ispirazione laica, quali ArciAtea, Campagne Liberali, Critica Liberale, ItaliaLaica.it., Laici.it, LaicItalia, MontesarchioLib, MovLib, Non Credo.

Ha il solo scopo di eliminare l’ultimo periodo dell’art. 47 c. 3 della legge n. 222/1985 che riguarda la distribuzione dell’8×1.000 inoptato (non espresso esplicitamente) della dichiarazione Irpef.

Cos’è l’inoptato? Ogni anno i contribuenti italiani possono versare l’8×1.000 della propria imposta o allo Stato o alle 12 confessioni religiose che hanno stabilito un’intesa con lo Stato (islamici e geovisti non sono presenti e l’intesa della Chiesa cattolica si chiama “Concordato”, di cui l’ultima revisione è del 1984).

Senonché questa scelta viene fatta da appena il 42-43% dei contribuenti. Il restante non sceglie niente (di qui la parola “inoptato”), pensando, inconsapevolmente, di lasciare all’Erario la propria imposta.

Dov’è il raggiro? Quel rigo della L. n. 222/1985 distribuisce in realtà l’inoptato alle sole confessioni religiose secondo la proporzione delle scelte fatte dagli altri contribuenti (solo due di esse hanno rifiutato questa distribuzione automatica). Cioè con la clausola dell’inoptato circa 17 milioni di cittadini impongono le proprie scelte a circa 23 milioni di cittadini che non hanno scelto niente, come risulta da questi dati ufficiali https://www1.finanze.gov.it/finanze3/stat_8xMilleSerie/index.php?&req_classe=01

Paradossalmente se anche fossero pochissime persone a indicare un qualsiasi destinatario tra quelli in elenco, a quest’ultimo arriverebbe anche il gettito dei contribuenti che non l’hanno direttamente indicato.

In pratica, distribuendo in proporzione l’inoptato, la Chiesa cattolica (a favore della quale si esprime mediamente circa 1/3 dei contribuenti) riscuote intorno a 700 milioni all’anno in più (cioè circa l’80%) di quanto le spetta in base alle scelte effettivamente compiute a suo favore. Questo poi senza considerare che la Chiesa cattolica destina a interventi caritativi meno di 1/3 di ciò che incassa: il resto va al sostentamento del clero e alle esigenze del culto (p.es. l’edilizia).

In ogni caso col raggiro dell’inoptato l’Erario perde un miliardo di euro all’anno. Nei primi anni di gestione dell’8×1.000 lo Stato riscuoteva più di 1/5 delle scelte: oggi meno di 1/10. Da anni la Corte dei Conti critica le incongruenze del meccanismo dell’8×1.000.

Il Comitato, che sta costruendo il suo sito www.vialemanidallinoptato.it, invita i cittadini e formazioni politiche che si pongono questo scopo a prendere contatti alla mail info@vialemanidallinoptato.it

Il problema è già stato sollevato in parlamento ma senza esito

Il sito del governo che tratta la materia in oggetto è questo http://presidenza.governo.it/USRI/confessioni/ottoxmille.html

Print Friendly, PDF & Email