Un volume di Irene Strazzeri – Marie-Aimée Hélie-Lucas. Ritratto di una sociologa algerina (ed. Meltemi) – analizza il prezioso contributo della sociologa alla lettura della condizione femminile nel mondo musulmano.

La sociologa è stata una militante della guerra di liberazione algerina. Oggi è un’attivista per il riconoscimento dei diritti umani delle donne nel mondo islamico.

L’obiettivo principale per cui si batte è non solo la parità di genere, ma anche e soprattutto la laicità dello Stato. Alle donne vanno riconosciuti i diritti umani proprio perché “esseri umani”, a prescindere dalle interpretazioni che all’interno delle religioni dominanti si può dare al ruolo della donna.

Nel mondo islamico infatti il miglior femminismo è quello laico, per il quale il “femminismo islamico” è un vero e proprio ossimoro. Le femministe laiche preferiscono riferirsi non al Corano ma alle convenzioni internazionali per i diritti delle donne, mentre ritengono che la religione debba rimanere confinata alla sfera privata.

Il che non vuol dire che la laicità di marca occidentale sia la migliore laicità possibile. Sappiamo tutti che ogniqualvolta si presenta la donna in forma passiva, come un “oggetto desiderabile”, la parità di genere è già stata negata.

Molto controverso è anche il rapporto, nel mondo islamico, tra femminismo e nazionalismo anti-colonialista. Infatti se è vero che nel passato le donne non hanno potuto sottrarsi a una battaglia contro l’oppressione occidentale, condotta anche sulla base della tutela delle tradizioni islamiche, è anche vero che, una volta conseguita la liberazione nazionale, non hanno ottenuto una vera parità di genere.

Ovunque si trovino, le donne sembrano essere destinate a compiere sempre una lotta supplementare, quella contro i propri uomini, soprattutto quando questi le vogliono vincolare al rispetto delle tradizioni culturali.

Tale lotta può anche partire da una reinterpretazione dei valori islamici a favore dell’uguaglianza di genere. In tal senso non è detto che la migliore esegesi dei princìpi della legge islamica contenuti nella Sharia debba essere compiuta da uomini.

Al momento le femministe che non vogliono rinnegare l’islam, basano le loro rivendicazioni su tre assunti: 1) le leggi islamiche sono suscettibili di cambiamento, nel tempo e nello spazio; 2) devono evitare di danneggiare le persone; 3) devono mirare a promuovere l’interesse pubblico.

Per le donne invece che lottano per la laicizzazione dello Stato è illusorio pensare che sul piano dell’emancipazione femminile una religione possa essere considerata migliore di un’altra. Questo perché non c’è religione che non consideri le donne “eterne minorenni sotto tutela”.

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