Dopo 20 anni buttati via in Afghanistan, gli USA si preparano a compiere un’altra idiozia, questa volta in Ucraina, dove non vedono l’ora di fomentare una guerra contro la Russia.

Il presidente ucraino, Zelensky, ha fatto visita a Biden e gli ha chiesto due cose: soldi e ingresso nella NATO, perché anche il governo di Kiev non vede l’ora di riprendersi il Donbass (cacciando dal suo territorio tutti i filorussi) e la Crimea, dove da sempre esiste la più grande base navale russa.

Sul piano militare per il momento si devono accontentare di congiunte esercitazioni navali Sea Breeze presso il poligono di tiro nella regione di Cherson, nel Mar Nero. La UE infatti teme che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO possa provocare una spiacevole reazione russa.

Su quello finanziario invece le cose vanno meglio: il governo ucraino ha ottenuto 60 milioni di dollari, più la promessa di acquisto di titoli di stato, anche se vorrebbe un sostegno analogo a quello garantito all’Afghanistan in passato.

Ma cos’è che ha fatto peggiorare improvvisamente le relazioni tra Russia e Ucraina? È il gasdotto North-Stream 2 di 1.200 km, che lega Berlino a Mosca, senza passare per il territorio ucraino (i tubi poggiano sul fondo del Mar Baltico). Il che impedisce a Kiev di poterci speculare sopra ricavandone l’introito dell’affitto: quei tre miliardi di dollari di “tasse di transito” che annualmente incassa da Mosca, in base a un contratto per un altro gasdotto, di 4.500 km, nato nel 1984: il contratto dovrebbe restare in vigore fino al 2024. Né Kiev potrà più sfruttare il percorso per sospendere le forniture di gas alla UE e far pressione sui negoziati con la Russia. E non potrà più essere sicura che la Russia eviti di attaccare il sistema energetico del Paese, attraverso il quale fino adesso ha portato il suo gas verso l’Europa.

Ecco perché Zelensky ha chiesto a Biden una sorta di risarcimento, finanziario e militare. E Biden, dopo la figuraccia in Afghanistan, non vedeva l’ora di rifarsi la verginità.

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