Scrive Teresa Simeone su “MicroMega” del 6 settembre:

Esiste una minoranza, rumorosa e residuale, che aspira a farsi maggioranza (senza riuscirvi) e che, dall’inizio della pandemia, è stata, nell’ordine, negazionista, No Mask, No Lockdown, No Vax, No Dad e ora è, naturalmente, No Green pass.

Per mesi hanno portato a sostegno delle proprie tesi ogni sorta di notizie, prendendo i dati che fanno loro comodo. Prima negavano che ci fosse una pandemia, poi che fosse veramente letale. Quando i contagiati sono aumentati a tal punto da intasare le terapie intensive, han cominciato a sostenere che si diffondevano numeri sbagliati per imporre il terrore e controllarci con varie misure di sicurezza. Il termine “dittatura sanitaria” ha iniziato a girare col fascino intrigante del complotto governativo.

A supporto della libertà da difendere non sono mancate le voci di autorevoli capi di Stato come Johnson, Trump e Bolsonaro, che inizialmente promettevano che mai avrebbero ridotto gli spazi di autonomia economica nei propri Paesi, salvo poi essere smentiti dalle morti e dalla richiesta degli stessi cittadini di arginare il virus. Tuttavia quando ci si è resi conto che i morti da pandemia non potevano essere quelli da semplice influenza, i novax han cominciato a sostenere che la colpa di tutti questi morti era delle scelte governative.

Ora il nuovo slogan è diventato: tamponi gratuiti per tutti (quei tamponi che prima non servivano a niente perché il covid è un’invenzione e poi erano demonizzati perché violentavano bambini e giovani!). Cioè lo Stato, che ti mette a disposizione la possibilità di immunizzarti gratuitamente col vaccino, deve accollarsi anche il costo giornaliero di migliaia di tamponi e magari impegnare personale specializzato distogliendolo dal suo lavoro.

Vivere in società significa superare il proprio irriducibile individualismo: non si tratta di difendere lo spazio di libertà personale dall’ingerenza dell’altro, quanto limitare le proprie pretese nella considerazione che ci sono soggetti che, come me, hanno diritti. Comporta proteggere i beni pubblici, perché ne usufruiamo tutti.

Anche fumare in luoghi chiusi è un comportamento lesivo della salute altrui: in nome di una presunta libertà assoluta, si sarebbe dovuto tutelare il diritto a fumare di chi diffonde veleno e non quello di chi ha diritto a non inalarlo?

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Scrive Vincenzo Cottinelli su “MicroMega” del 6 Settembre:

Oggi, in tutto il mondo, i non vaccinati per il Covid sono in testa alle classifiche di mortalità e sono gli occupanti quasi esclusivi (in un certo senso abusivi) di terapie intensive e posti letto, a danno di bisognosi di tutte le altre patologie.

Ci sono anche gli anticapitalisti duri e puri, che rifiutano il vaccino perché sarebbe un prodotto di giganteschi mostri unificati sotto il nome di Big Pharma. Cioè le industrie farmaceutiche, colossi multinazionali, spesso monopolistiche, secondo loro: a) fanno parte, insieme a governi, gruppi finanziari, singoli miliardari (Bill Gates, Clinton, Soros) di un complotto mondiale finalizzato a indurre un falso bisogno di un farmaco da loro prodotto, con la sottomissione di interi popoli a misure restrittive e all’assunzione coatta di una sostanza non verificata o di dubbia efficacia; b) in ogni caso lucrano miliardi da questa produzione artificiosamente indotta, a spese dei governi e dei popoli. L’opposizione al vaccino è dunque un momento fondamentale di una guerra di resistenza anticapitalistica e antiautoritaria.

Chiedo: c’è una norma costituzionale che garantisce una generale “libertà di fare i propri comodi”? No, anzi, all’opposto, nell’art. 2 si pongono i doveri inderogabili di solidarietà. Vaccinarsi è essere solidali. Ma forse c’è un diritto generale all’esenzione dal vaccino? La risposta la dà l’art. 32 della Costituzione “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Dunque la legge può obbligare a vaccinarsi. Non lo può fare il Sindaco né il Prefetto, ma il Parlamento sì, di sua iniziativa o su input del Governo. E perché mai il Parlamento dovrebbe ficcare il naso nella mia salute obbligandomi a fare il vaccino? È ancora l’art. 32 che risponde: caro cittadino, la tua salute non è solo un tuo diritto, ma è “interesse della collettività”, cioè tutti abbiamo bisogno che tu stia bene, perché da malato ci costi, non produci, non consumi e magari contagi pure i sani, se ti ammali di covid.

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