Nell’azionariato della Pfizer compaiono alcuni giganti degli investimenti, come le statunitensi Vanguard, BlackRock e Wellington, che possiedono, rispettivamente, l’8,12%, il 7,46% e il 4,22% del colosso farmaceutico americano. La stessa cosa succede con altre grandi aziende farmaceutiche.

BlackRock è la più potente e ricca società di investimenti al mondo: gestisce un patrimonio di più di 8.000 miliardi di dollari. Vanguard Group ha asset per oltre 5.000 miliardi e, in quanto a negoziazione di fondi, è seconda sola a BlackRock. La più piccola del gruppo è la Wellington Management Company, con una gestione di circa 1.500 miliardi di dollari.

BlackRock (col 7%) e Vanguard (col 7,71%) sono pure i maggiori investitori istituzionali di Facebook, la quale ha venduto a Spotify, Netflix, Amazon, Microsoft e Yahoo gli accessi degli utenti.

Tutto questo dimostra che vi è uno stretto legame tra il settore farmaceutico, quello finanziario e quello dei social network. Chi controlla queste cose? Nessuno. La politica non è in grado di farlo.

Tra i grandi azionisti di Pfizer o di AstraZeneca troviamo anche le grandi banche: Bank of America, Deutsche Bank, Morgan Stanley, JP Morgan, ecc. L’intreccio affaristico è assolutamente inestricabile.

BlackRock, Vanguard e Wellington hanno cospicue partecipazioni azionarie anche nella maggior parte delle multinazionali che producono armi.

In Italia BlackRock è la maggiore azionista di UniCredit col 5,2% e possiede il 5,7% di MPS, il 5% di Intesa e il 4,8% di Telecom Italia. Quando nel 2016 e 2018 sono stati fatti gli stress test alle banche europee, proprio BlackRock e Vanguard vennero incaricate della consulenza in materia di vigilanza, cioè le società che hanno partecipazioni nelle banche da controllare.

La Wellington è titolare del 6,1% delle azioni di CERVED Group, la società italiana che valuta il merito creditizio e la classe di rischio delle nostre imprese, mentre Vanguard ha un’esposizione a Piazza Affari per più di 9 miliardi.

E questi son solo piccoli esempi di cosa voglia dire primato del capitalismo finanziario su quello economico produttivo.

Nei confronti di questi colossi non è possibile far nulla. Una decina d’anni fa la Pfizer (che ha un fatturato annuo di oltre 50 miliardi e un utile netto di più di 16 miliardi) fu condannata per aver messo in circolazione in modo illegale dei farmaci; ne uscì pagando tranquillamente una multa di 2,3 miliardi di dollari.

Che senso ha rifiutare il vaccino per opporsi alle Big Pharma, quando tutte le altre medicine sono prodotte dalle stesse aziende? Per combattere davvero il sistema dovremmo curarci da soli, chiudere i conti correnti, rinunciare alle assicurazioni, ai fondi comuni, agli investimenti finanziari, uscire da tutti i social network, praticare autoconsumo e baratto in un lotto di terra in proprietà, che però dovrebbe essere sufficientemente grande per mantenere una comune composta da più famiglie che la pensano alla stessa maniera e che hanno certe competenze agricole. Perché da soli non ce la si fa.

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