Secondo il rapporto Ipbes (2019) circa 1 milione di specie animali e vegetali sono minacciate da estinzione. Nell’elenco vi sono anche gli alberi, la più antica e perfetta tecnologia donata dalla natura per lo stoccaggio dell’anidride carbonica e per il controllo del clima, oltre che ovviamente per depurare le acque, prevenire l’erosione del suolo, difenderci contro le inondazioni, ecc.

E che dire del legname che ci offrono? La FAO ha stimato il valore totale delle esportazioni globali di prodotti del legno nel 2018 per un importo di 270 miliardi di dollari.

Il “Rapporto sullo stato degli alberi nel mondo”, pubblicato nel settembre 2021 dal Botanic Gardens Conservation International, parla chiaro: ben 142 specie arboree sono state già registrate come estinte. Sono invece 17.500 le specie di alberi a rischio di estinzione, circa il 30% delle 60.000 presenti sul pianeta (di almeno 440 tipi ne sono rimasti meno di 50 esemplari).

Tra le cause che minacciano di più la sopravvivenza degli alberi spicca la perdita di habitat dovuta all’agricoltura e al pascolo: solo la conversione dei terreni per la produzione di caffè, tè, soia, olio di palma e gomma è stata la causa della metà della deforestazione a livello mondiale (World Resources Institute 2021).

La seconda grande minaccia è lo sfruttamento diretto per il legname, che ha un impatto negativo su oltre 7.400 specie.

Anche la crisi climatica e le condizioni meteorologiche estreme rappresentano dei pericoli sempre più gravi per la sopravvivenza delle diverse specie. Non solo perdiamo alberi, ma – incredibile a dirsi – assistiamo anche alla loro migrazione sempre più a nord: le querce, per es., si stanno spostando verso i Paesi scandinavi, mentre i lecci, piante tipiche del Mediterraneo, tendono a ritrovare il loro habitat verso la parte centrale del continente. Nel sud dell’Italia probabilmente arriveranno piante del Nord Africa e si andranno a intensificare fenomeni di desertificazione.

Almeno 180 specie sono destinate a sparire per l’innalzamento del livello del mare. A correre il maggior rischio le specie insulari, come ad es. le magnolie nei Caraibi. L’aumento degli incendi ha invece creato enormi problemi agli alberi in Madagascar, alle querce statunitensi e altri tipi di alberi in Australia e Sud America.

La comunità botanica internazionale si sforza di preservare le specie arboree in via di estinzione. Ma è una lotta impari. Se non riforestiamo il pianeta, non abbiamo scampo. Per farlo ci vuole un cambiamento radicale dello stile di vita, che permetta di stabilire un patto tra le generazioni. Gli alberi non crescono così in fretta come quando li tagliamo.

Print Friendly, PDF & Email

Condividi