La ricercatrice geochimica Denise Mitrano, che ha un ufficio al Politecnico federale di Zurigo, ha messo a punto un nuovo metodo di tracciamento sulle micro e nanoplastiche nell’ambiente.

La soluzione consiste nell’aggiungere chimicamente dei metalli alle nanoparticelle di plastica. Questi metalli preziosi e inerti, come il palladio o l’indio, fungono da marcatori, per cui possono essere misurati in modo molto più preciso e rapido della plastica.

Il procedimento è stato applicato per studiare l’efficacia di un impianto di depurazione nella rimozione delle particelle microscopiche di plastica presenti nell’acqua. Ed ha funzionato: si può eliminare oltre il 95% delle nanoplastiche e delle fibre di microplastica.

Naturalmente le nanoplastiche si accumulano nei fanghi di depurazione. In Svizzera sono inceneriti, ma in altri Paesi sono usati per concimare i campi! Per trattare l’acqua potabile contaminata con nanoplastiche ci vuole un lento filtraggio tramite filtri a sabbia.

L’80% circa delle microplastiche proviene dalla degradazione di pezzi di plastica più grandi già presenti nell’ambiente: sacchetti, bottiglie, reti da pesca e pellicole plastiche usate in agricoltura e nell’edilizia, ecc. Il restante 20% viene rilasciato tramite l’abrasione degli pneumatici, il lavaggio di indumenti o l’utilizzo di cosmetici e così via. Inoltre i produttori, avendo necessità di conservare le merci per periodi piuttosto lunghi, aggiungono additivi, stabilizzanti e altre sostanze chimiche alla plastica.

Ogni anno in Svizzera circa 615 tonnellate di microplastica finiscono nel suolo e nelle acque dei grandi laghi e fiumi di pianura, nonché nelle acque di disgelo dei ghiacciai e nei corsi d’acqua alpini.

Secondo le stime di uno studio dell’Università australiana di Newcastle, ogni settimana ingeriamo in media cinque grammi di plastica, l’equivalente del peso di una carta di credito. La maggior quantità di particelle di plastica viene assunta tramite il consumo di acqua in bottiglia, molluschi, birra e sale. E poi dicono che grazie alla scienza risolveremo tutti i nostri problemi…

Fonte: swissinfo.ch

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