A fine dicembre Dennis Willoughby, 31enne di North Chesterfield, in Virginia, era uscito di casa per comprare del latte al cioccolato per i suoi figli. Alla cassa, prima di pagare, aveva acquistato anche un biglietto della lotteria, una specie di gratta e vinci americano, con un jackpot da un milione di dollari.

Per puro caso (una chance su 1.632.000) quello di Dennis era il biglietto vincente. Per riscuotere il premio, a Dennis sono state date due possibilità: ricevere l’intera somma di un milione di dollari in pagamenti annuali per 30 anni, oppure “accontentarsi” di un pagamento in contanti una tantum di 640.205 dollari, al lordo delle tasse. Lui ha scelto la seconda opzione.

Lezione morale:

  1. queste lotterie statali sono una vergogna, perché illudono che la ricchezza sia dietro l’angolo alla portata di tutti (da noi sono nate circa 30 anni fa e oggi il Gratta e Vinci stampa 66 tipologie di biglietti diversi);
  2. sono un gioco d’azzardo legalizzato, se non una truffa, poiché il 60% del montepremi è costituito (in Italia) da una quantità enorme di biglietti vincenti con premi soltanto da 10 o 20 euro, per cui non è vero lo slogan “più giochi, più vinci”, ma il contrario: più si gioca e più soldi si perdono;
  3. favoriscono l’impoverimento di diverse categorie di persone, perché la stragrande maggioranza di chi ottiene vincite basse, richiede subito nuovi biglietti, al punto che, se anche fosse solo la metà a ricomprare il biglietto, il margine del banco, che è ufficialmente del 25% potrebbe arrivare fino al 47%;
  4. rappresentano una tassa non dichiarata che lo Stato ha inventato per far quadrare i propri bilanci (salvo poi dover spendere milioni di euro per curare le conseguenze della ludopatia);
  5. non è vero che garantiscono la massima sicurezza: è nota la vicenda che ha coinvolto alcuni ex dipendenti di Lottomatica, che sapevano dove i biglietti vincenti venivano consegnati;
  6. sono una vergogna anche perché fanno incassare subito allo Stato milioni di euro (da parte dei perdenti), ma quando viene il momento di assegnare il premio più alto al vincitore, glielo dilazionano per un tempo assurdo, oppure glielo decurtano di quasi la metà (almeno negli USA è così).
Print Friendly, PDF & Email