Elia Gerola su “Pressenza” ha commentato la mappa aggiornata della situazione nucleare-militare nel mondo. I Paesi che a vario titolo sono collegati a questo tipo di arma non stanno diminuendo ma aumentando, non foss’altro perché gli USA dispongono di basi militari in tutto il mondo, inclusa ovviamente l’Italia, che, anche se non è inclusa ufficialmente nei Paesi nucleari-militari (USA, Russia, Cina, India, Francia, Regno Unito, Pakistan, Israele e Corea del Nord), di fatto lo è. A tutt’oggi sono 27 i Paesi che a vario titolo sponsorizzano l’idea e/o la pratica del nucleare militare.
In tutto le testate nucleari sono 13.080: 3.720 schierate, di cui 1.800 pronte al lancio. Più del 90% appartengono a USA e Russia, gli unici Stati ad aver diminuito gli arsenali dal picco di 70.000 testate del 1986. Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Regno Unito le stanno invece aumentando.
Quello che spendono gli americani per questo tipo di armi è superiore a quello di tutti gli altri Paesi messi insieme. Sono cifre folli, con cui si potrebbero risolvere tutti i problemi dell’umanità.
Con l’avvento della guerra in Ucraina il rischio d’impiego di armi nucleari tattiche con portata di 300-500 km è nettamente aumentato, e tutti sanno che quando si inizia con queste armi è facile che poi si passi a quelle strategiche a lungo raggio (>5.500 km).
Ecco perché di fronte a qualunque tipo di guerra condotta da Paesi nucleari bisognerebbe avviare subito trattative diplomatiche e non soffiare sul fuoco, come sta facendo l’intero occidente.
Putin e Medvedev han parlato di “risposte da fine del mondo” in caso di attacco diretto ai territori russi. Anche vari servizi di sicurezza, inclusi quelli americani, han detto che l’allungarsi della guerra in Ucraina potrebbe frustrare le aspettative russe e rendere l’impiego del nucleare più plausibile (che è poi quello che gli stessi USA avrebbero voluto fare in Vietnam, invece di limitarsi alle armi chimiche, o in altri teatri di guerra dove si sono limitati a usare l’uranio impoverito).
Senza poi considerare che il rischio nucleare può derivare anche da incidenti, attacchi o combattimenti nei pressi di centrali nucleari che producono energia civile. In Ucraina ve ne sono quattro con 15 reattori, dopo la chiusura di quella di Chernobyl: forniscono la metà del fabbisogno elettrico. Quella di Zaporizhzhia (la più grande d’Europa) è già in mano russa.
Il “Wall Street Journal” si è meravigliato che attorno a questa centrale i russi abbiano dislocato una base militare dotata di lanciarazzi. Il problema è che il governo di Kiev, pur di non perdere il Donbass, sarebbe disposto a compiere qualunque cosa.
Intanto al consesso internazionale per il disarmo nucleare, che si è tenuto a Vienna nel giugno di quest’anno, il nostro Paese non era neppure presente.
Fonte:
https://www.pressenza.com/it/2022/07/nucleare-militare-la-nuova-infografica-dellatlante-delle-guerre/

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