A distanza di un anno di governo talebano, il rapporto UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan) parla di un Paese nel quale “circa 24,4 milioni di persone (59% del totale) hanno bisogno di assistenza umanitaria, rispetto ai 18,4 milioni dell’inizio del 2021.”

L’Emirato islamico è un disastro totale, soprattutto per le donne: ripristinato il burqa, vietato l’accesso all’istruzione, obbligo di uscire di casa accompagnate da un uomo, divieto di guidare l’automobile, restare in casa invece di lavorare, matrimoni infantili, precoci e forzati. Il tutto controllato dal Ministero per la soppressione del vizio e la promozione della virtù, che ha sostituito il dicastero per gli Affari femminili.

I fondi statali sono bloccati dagli USA, che, a quanto pare, hanno mal digerito la sconfitta militare, per cui vogliono continuare la guerra (durata 20 anni) usando strumenti finanziari, anche se l’attuale obiettivo è rendere impotenti due colossi nucleari, energetici ed economici come Cina e Russia. Poi naturalmente l’uso fanatico dell’Islam implica anche una dura repressione nei confronti di giornalisti e attivisti. Nessun Paese al mondo li ha riconosciuti, anche se sono iniziate trattative commerciali proprio con Russia e Cina.

Da sottolineare che è aumentata la produzione dell’oppio e di metanfetamine ricavate dall’efedra, vegetale molto diffuso sul territorio.

A integrazione vedi: https://www.opiniojuris.it/lafghanistan-oggi-tra-crisi-umanitaria-e-governo-talebano/

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