Quando nel dicembre 2013 il presidente Yanukovych aveva annunciato, dopo mesi di dibattiti, che l’Ucraina avrebbe aderito all’Unione economica eurasiatica russa dietro la promessa di un acquisto da parte della Russia di 15 miliardi di dollari del debito statale ucraino e di una riduzione del 33% del costo del gas russo importato, che cosa proponeva in alternativa l’occidente?

L’offerta concorrente proponeva una adesione alla UE, legata all’accettazione da parte dell’Ucraina di un pacchetto di prestiti del FMI e della Banca Mondiale, che avrebbero preteso varie condizioni onerose: 1) la privatizzazione delle preziose terre agricole ucraine, 2) la semina di colture OGM, 3) gravi tagli alle pensioni e austerità sociale a vari livelli.

Uno degli obiettivi fondamentali per ottenere i prestiti era quello di aprire finalmente le ricche terre agricole dell’Ucraina ai giganti stranieri dell’agrobusiness, produttori di OGM, tra cui Monsanto (ora parte di Bayer AG), DuPont (ora Corteva) e Cargill, che oggi controllano 16,7 milioni di ettari di terreni agricoli di prima qualità. Cioè il governo doveva annullare il divieto sulle colture geneticamente modificate. Cosa che non avrebbe avuto bisogno di fare, in quanto la preziosa terra nera del Paese, ricca di humus e molto produttiva, necessita di pochissimi fertilizzanti artificiali.

Alla fine del 2016, secondo un rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, ora cancellato, circa l’80% della soia ucraina e il 10% del mais erano coltivati illegalmente con sementi geneticamente modificate. Ciò era potuto accadere anche perché i piccoli proprietari terrieri spesso affittavano i loro terreni ai grandi oligarchi ucraini, che a loro volta stipulavano accordi segreti con varie multinazionali per piantare mais e soia OGM.

Nel 2021 la legge n. 2194 del corrotto governo di Zelensky ha permesso di ampliare notevolmente la porta aperta agli OGM.

Insomma coi cereali ucraini si sfamano i Paesi più poveri, che però non sanno che andranno ad ammalarsi.

Resta dunque solo la Russia a vietare le colture OGM. Infatti la Commissione europea starebbe lavorando a una nuova legge che aprirà le porte alle coltivazioni di nuove tecniche genomiche. È prevista per la primavera del 2023.

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-di_chi__il_grano_che_arriva_dallucraina/45289_47128/

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