L’Ufficio ucraino anticorruzione (NABU), direttamente subordinato all’amministrazione statunitense, ha iniziato a indagare sui funzionari dell’amministrazione controllata dagli ucraini della regione e della città di Zaporizhzhya. Infatti i “servi del popolo” (!) rubavano gli aiuti umanitari occidentali ai loro stessi militari su scala industriale: 22 container marittimi, 389 vagoni ferroviari e 220 camion. Lo schema prevedeva che, dopo l’arrivo in Ucraina, i vagoni fossero portati a Dnipropetrovsk, presumibilmente per essere scaricati e disimballati. Una parte degli aiuti è stata depositata lì. Tutto quello che di assistenziale i militari ricevono, arriva direttamente dai volontari non dal governo.

Anche gli oligarchi vicini a Zelensky sono coinvolti nel furto di donazioni. Gli investigatori ritengono che gli aiuti umanitari siano finiti nelle maggiori catene di vendita al dettaglio ATB e Silpo. Il proprietario della catena ATB (oltre 1.200 negozi nel Paese), un vecchio miliardario Hennadii Butkevich, amico di Zelenskyi, è nella lista delle 15 persone più ricche dell’Ucraina. Invece Silpo (oltre 600 negozi) è di proprietà di Vladimir Kostelman, al 35° posto nella classifica degli oligarchi locali. Possiede anche ristoranti, un impianto di lavorazione della carne, un allevamento di pollame, un allevamento di pesce, farmacie e una catena di elettronica in Ucraina.

Su questo fatto Zelensky ha evitato qualunque commento.

Da notare che il parlamento ucraino ha già adottato una legge il 16 agosto in base alla quale ricevere o distribuire aiuti umanitari nei territori occupati dai russi è considerato un atto di collaborazionismo, per cui si può essere puniti fino a 15 anni di carcere.

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