Mutamento radicale di paradigmi politici
Ormai è evidente che la nozione politica, risalente alla rivoluzione francese, di “destra e sinistra” ha perso di significato. Alla luce di quanto accaduto in Ucraina, va definitivamente sostituita con un’altra: “pro-occidentale/post-occidentale” o, secondo il modo di esprimersi dei russi, “unipolare/multipolare” (un’espressione che usano da almeno un quinquennio).
Allarmare gli italiani, come ha fatto Letta, paventando il rischio di un ritorno al fascismo nel caso di una vittoria elettorale della destra, è stato un atteggiamento ridicolo. E non perché la destra non sia favorevole all’autoritarismo politico, quanto perché anche il PD lo è, visto che si è schierato decisamente dalla parte del governo neonazista di Kiev, approvando qualunque decisione politica degli USA e qualunque strategia militare della NATO.
Davvero con questa guerra siamo a una svolta epocale, che il PD non ha capito in alcuna maniera. Chi dovevano votare gli italiani, se il principale partito “democratico” è favorevole alla guerra? È già stato molto che siano andati a votare. In altre condizioni elettorali (cioè con meno fretta e con più informazione) avrebbero scelto un qualche partito antisistema, invece di trovarlo nascosto nei sondaggi alla voce “Altri”.
Ormai tra il PD americano e quello italiano non vi è più alcuna differenza. La dittatura viene portata avanti in nome della democrazia, che naturalmente non ha nulla di “sostanziale”. A questi livelli anche la destra della Meloni non ha alcuna difficoltà a rispettare tutte le regole formali della democrazia, e guarda con commiserazione chi le rimprovera di non aver mai fatto i conti col fascismo.
Poiché la politica estera della destra è identica a quella del PD, non si può escludere a priori che, per quanto riguarda la politica interna, gli elementi peggiori del PD (quelli che della vecchia sinistra non hanno più nulla) abbiano preferito mandare al governo l’attuale centrodestra per indurlo a compiere il lavoro sporco della repressione poliziesca. Tanto è sicuro che tra un po’ gli italiani scenderanno in piazza a protestare (nella UE sono sempre gli ultimi a farlo), e a quel punto ci vorrà un governo che li bastonerà senza tanti scrupoli.
La dura repressione non verrà gestita per impedire che il dominio occidentale del pianeta volga al termine (questa ormai è una realtà incontrovertibile), ma per impedire che venga sostituito da un nuovo ordine che minacci i privilegi acquisiti di chi vive sfruttando il lavoro altrui.
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