Mercanti diffamatori
Il blog thegrayzone.com/2022/10/10/ukrainian-kerch-bridge/ sostiene che a far saltare, parzialmente, il ponte di Crimea han contribuito alcuni agenti britannici dell’intelligence, di cui uno molto noto: Chris Donnelly, veterano di alto rango e consigliere della NATO.
Oltre che organizzare attentati, Donnelly fa anche un lavoro giornalistico. Infatti è direttore e condirettore, rispettivamente, di due ONG britanniche, The Institute for Statecraft e la sua diramazione Integrity Initiative, nata nel 2015 in collaborazione con la Libera Università di Bruxelles. Entrambe le ONG affermano di essere organizzazioni non governative indipendenti, ma in realtà sono finanziate dal governo britannico, dalla NATO, dal Dipartimento di Stato americano, persino dal Ministero della Difesa lituano e da Facebook, che ha donato 100.000 sterline.
Hanno la missione di “Difendere la democrazia dalla disinformazione”. Il che vuol dire fare esattamente il contrario, in pieno stile orwelliano.
L’Integrity Initiative infatti ha il compito di diffondere la propaganda anti-russa e quindi d’influenzare l’opinione pubblica, l’esercito e i governi di circa 35 Paesi (UE, Regno Unito, USA, Canada e Medio Oriente). Tutte le “persone di contatto” per la creazione di “cluster” (gruppi di contatto) in Paesi stranieri sono ufficiali dell’ambasciata britannica. Donnelly riceve 8.100 sterline al mese per la creazione della rete della campagna diffamatoria.
In particolare la Integrity Initiative crea “cluster” di giornalisti fidati, personale militare, accademici e lobbisti all’interno di Paesi stranieri. Queste persone ricevono avvisi tramite i social media per agire quando il centro britannico percepisce un bisogno.
Per es. al cluster spagnolo sono bastate poche ore per far deragliare la nomina di Pedro Baños Bajo a Direttore del Dipartimento di Sicurezza Nazionale in Spagna. Il gruppo ha stabilito che aveva una visione troppo positiva della Russia e ha lanciato una campagna coordinata di diffamazione sui social media contro di lui. Altro esempio: la politologa Jelena Milić ha messo a tacere le voci pro-Cremlino sulla TV serba. Dirige il Centro per gli studi euro-atlantici, che ha sede a Belgrado, dove promuove l’adesione del Paese alla UE e alla NATO. Gli appartenenti a questi cluster sono ultra fidati, poiché devono remare contro gli interessi dei loro stessi Paesi.
Il cluster principale del Regno Unito comprende anche alcuni nomi di spicco come p.es. il truffatore fiscale William F. Browder, finanziere e attivista politico di origine americana.
Altro personaggio molto noto è Ben Nimmo, ex addetto stampa della NATO, attuale membro senior del Consiglio Atlantico. Facebook l’ha assunto per “guidare la strategia globale di intelligence sulle minacce contro le operazioni d’influenza”. Naturalmente egli ha indicato Russia, Iran e Cina come potenziali pericoli per la piattaforma social.
Pericolosa per la verità dei fatti è anche l’editorialista neocon del “Washington Post”, Anne Applebaum, sposata col guerrafondaio Radosław T. Sikorski, parlamentare polacco nella UE, che di recente ha scritto il tweet “Grazie USA” subito dopo il sabotaggio del Nord Stream.
Una persona d’interesse è l’ex-ambasciatore britannico a Mosca, sir Andrew Wood, che ha consegnato il “dossier sporco” di Christopher Steele al senatore John McCain per diffamare Donald Trump sulle presunte relazioni con la Russia.
Fonte: https://www.moonofalabama.org/2018/11/british-government-behind-secret-anti-russian-disinformation-campaign.html
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