Sarebbe interessante che qualcuno esaminasse nel dettaglio il linguaggio del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, perché è quanto di più russofobo e guerrafondaio si possa pensare. Tra un po’ scadrà il suo mandato e verrà sostituito da uno che probabilmente sarà peggio di lui, in quanto la NATO non può più permettersi di perdere un’altra guerra come quella in Afghanistan. Lui andrà a dirigere la Banca centrale norvegese, che possiede quote rilevanti in Gazprom e Lukoil, per cui sarà costretto o a cambiare narrativa (per i soldi si fa questo e altro) o a vendere sottocosto gli asset della Banca.

Ma qual è l’ideologia bellicista con cui ha gestito l’Alleanza nel corso di questi mesi di guerra russo-ucraina?

Anzitutto lui dà per scontato che la Russia sia uno Stato da sconfiggere militarmente, poiché lo ritiene troppo pericoloso per gli interessi egemonici dell’occidente. Quando lui parla di “occidente”, intende anzitutto gli USA e solo in subordine la UE, che è tenuta a fare quel che dice la NATO, in cui chi comanda sono chiaramente gli USA, che spendono nelle forze armate più di tutti gli altri alleati messi insieme.

Lui ritiene del tutto normale che per sconfiggere la Russia, la NATO cerchi di circondarla completamente con le proprie basi militari, che all’occorrenza verranno naturalmente dotate di testate atomiche. È escluso infatti che un Paese nucleare possa essere sconfitto con armi convenzionali. Stoltenberg è un uomo di vedute così limitate che non ha mai capito che gli USA han vinto la guerra fredda semplicemente sul piano economico, senza neppure sparare un colpo. E ora non vuole ammettere che per la stessa ragione gli USA perderanno questa nuova guerra (al momento ancora per procura), poiché il loro capitalismo, preferendo di gran lunga la finanza speculativa all’economia produttiva, è finito in un labirinto di Cnosso, da cui non riesce a uscire, se non appunto trovando continuamente nuovi nemici da combattere. In tal senso non aspettiamoci troppo dalle elezioni di midterm.

Stoltenberg non si è mai preoccupato di smentire il fatto che la NATO abbia sostenuto l’Ucraina con attrezzature e addestramento militari per molti anni prima dello scoppio dell’attuale conflitto. Come se fosse del tutto normale che la NATO consideri un Paese come un proprio partner pur non appartenendo all’Alleanza. È come se dicesse: “Nel passato abbiamo speso molto per gli ucraini in funzione antirussa; ora non possiamo buttar via i nostri soldi, lasciandoli soli ad affrontare un nemico più forte di loro”.

Stoltenberg non accetta assolutamente il diritto dei popoli all’autodeterminazione (per es. parla sempre di annessione illegale della Crimea da parte della Russia), in quanto ha più volte detto che la NATO non tollera alcun attacco alla sovranità alleata o all’integrità territoriale. Cioè la NATO può occupare o bombardare o installare proprie basi nei territori altrui, ma non permette che ciò avvenga nei Paesi membri dell’Alleanza. Quindi in pratica se la Catalogna volesse staccarsi dalla Spagna o la Scozia dagli inglesi, la NATO aiuterebbe Madrid e Londra a bombardarli.

Tutte le volte che parla di Ucraina, Svezia, Finlandia e Georgia, li considera sempre come “stretti partner”, pur essendo questi Paesi soltanto degli osservatori nelle sessioni della NATO. Lo dice perché gruppi di militari di questi Paesi hanno partecipato ad operazioni belliche condotte dalla NATO. Ma una cosa di questo genere non è normale. È come se dicesse: “Nella NATO non possiamo farvi entrare perché potreste avere dei problemi con la Russia, ma vi offriamo lo stesso la possibilità di esercitarvi in vari teatri di guerra, perché il giorno che decidessimo di attaccare la Russia, questa esperienza vi potrà tornare comodo”.

La NATO ha approfittato della guerra in corso per convincere tutti gli alleati a investire almeno il 2% del PIL nella difesa. Come se ad essere “minacciata” dalla Russia non fosse soltanto l’Ucraina ma anche tutta l’Europa. Come gli è venuta in mente un’idea così bislacca? È semplice: gliel’hanno suggerita gli americani, che han bisogno di vendere le loro armi agli europei. Ecco cosa vuol dire essere un “servo”.

Quanto poi alle sue dichiarazioni di non impiegare forze NATO in Ucraina per non allargare il conflitto tra NATO e Russia, ha mentito spudoratamente dall’inizio della guerra ad oggi. Inutile perdere tempo a commentarle. Anzi di recente è stata schierata in Romania, ai confini dell’Ucraina, la 101ma divisione aviotrasportata, 4.700 “aquile urlanti”, l’unità principale per le offensive degli USA.

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Quando Stoltenberg afferma che l’Ucraina è una nazione sovrana e indipendente, per cui ha il diritto di scegliere se aderire alla NATO o meno, e che spetta ai 30 alleati decidere se accettare tale candidatura, non alla Russia, sembra che faccia finta di non sapere quali sono le regole del gioco.

Supponiamo che in Messico, Guatemala, Nicaragua, Cuba… la Russia installasse varie basi militari, dotate di tutta la strumentazione necessaria per difendere efficacemente quei Paesi e, in caso di necessità, per attaccare direttamente gli USA con armi nucleari, cosa direbbe il soldatino Stoltenberg?

Possibile che non sappia che gli Stati han bisogno di sicurezza e soprattutto di impegni a non usare mai per primi le armi atomiche. Se gli Stati confinanti a un Paese militarmente nuclearizzato, decidono espressamente di rinunciare all’atomica, possono esigere che anche lo Stato confinante faccia lo stesso. È il disarmo reciproco che crea fiducia.

Stoltenberg invece, che ragiona solo in termini di rapporti di forza, è convinto che quanto più si arma l’Ucraina, tanto più i russi saranno indotti alla trattativa. Ovvero, ciò che può ottenere sul tavolo dei negoziati è strettamente legato alla situazione sul campo di battaglia. Lo stesso pensano tutti gli statisti occidentali, senza rendersi conto che un atteggiamento del genere potrebbe anche comportare il passaggio dall’uso delle armi convenzionali a quelle nucleari. O, in ogni caso, a una completa distruzione del Paese più debole, come sta avvenendo in questi giorni, in cui i russi hanno iniziato a bombardare le centrali che danno luce, gas e acqua.

Il generale Tricarico ha sottolineato che “Stoltenberg è solamente autorizzato a guidare le consultazioni, quindi lui può parlare solamente quando è autorizzato a farlo da tutti i Paesi membri. Invece ha sempre straparlato, ha sempre buttato benzina sul fuoco, è sempre stato il ventriloquo di qualcun altro”.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha detto addirittura che “l’Italia e i governi non possono più essere un’appendice della NATO, una segreteria distaccata del suo generale Jens Stoltenberg che, per quello che mi riguarda, sta dando prove di grande ottusità politica”. Su YouTube ha addirittura detto che lo considera “un analfabeta di ritorno” e che “con questi tangheri rimpiango Kissinger”.

Come al solito esagera nel rimpiangere il guerrafondaio Kissinger.

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