Desertificazione tedesca in stato avanzato
La crisi energetica sta colpendo quasi tutti i settori dell’economia tedesca. Secondo un sondaggio sulle imprese dell’Unione delle Camere di Commercio, circa l’82% delle 24.000 aziende intervistate vede i prezzi dell’energia e delle materie prime come un rischio di chiusura aziendale, il più alto dal 1985.
Solo l’8% degli intervistati si aspetta un miglioramento: una percentuale più bassa che al tempo della pandemia. Questo perché le aziende temono che il peggio debba ancora venire e che nel 2023 si avrà un crollo dei fatturati dell’8%. Tant’è che molte stanno pensando di delocalizzare la produzione all’estero: in particolare 4 industrie chimiche su 6 e il 17% delle case automobilistiche.
La Germania purtroppo sul piano politico non ha spina dorsale. È stata quella più tartassata dalle decisioni angloamericane in questa guerra russo-ucraina, e non ha reagito. Invece di guidare la UE in un atteggiamento autonomo rispetto alla NATO, si è lasciata profondamente condizionare, pur sapendo benissimo che era lei il principale bersaglio delle sanzioni antirusse. E ora va cercando soluzioni economiche individualistiche alla crisi economica che la sta sprofondando nella recessione.
La piaggeria filoamericana dei Verdi tedeschi è la cosa che ha destato maggiore imbarazzo tra i pacifisti europei. Quanto a Scholz, non solo ha fatto rimpiangere i tempi della Merkel, ma soprattutto ha dimostrato di non essere in grado di dirigere una grande nazione come quella. Meriterebbe che la ex DDR chiedesse di ritornare sotto la Russia o di far parte dei BRICS o di staccarsi dalla parte occidentale come ha fatto il Donbass con l’Ucraina.
I tedeschi si devono scrollare di dosso il peso della vergogna del loro passato: li paralizza troppo. Dopo quello che in questi mesi gli è stato fatto, dovrebbero con decisione uscire dalla NATO, dando agli altri Paesi europei un grande esempio da imitare. Se lo facessero, si riscatterebbero immediatamente sia a livello politico che etico. Non solo, ma di fronte all’idea di riprendersi i territori che la Germania dovette cedere alla Polonia nelle due guerre mondiali, staremmo dalla sua parte, anche se purtroppo questa idea appartiene all’estrema destra. Ci riferiamo alla Posnania, alla Prussia orientale (oggi exclave russa), alla Pomerania orientale, al Brandeburgo orientale e a gran parte della Slesia.
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