Vi è un aspetto comico nel dramma del recente fallimento delle tre banche americane: Silicon Valley, SIlvergate e Signature Bank (da notare che il crollo della prima è stato il più grande dalla crisi del 2008).Sta nel fatto che, avendo l’occidente isolato la Russia con le sanzioni da tutti i propri circuiti finanziari, il crollo di quelle banche non avrà alcun effetto sull’economia russa.Invece sta portando alla rovina le borse europee. I nostri statisti ancora non si sono resi conto che un semplice battito di farfalla che avviene negli USA provoca terremoti anzitutto in Europa.È vero, il continuo aumento dei tassi d’interesse, da parte della FED, per combattere l’inflazione, mette nel panico le banche americane che hanno investito in titoli di stato a lunga scadenza. Ma se queste banche sono quotate in borsa e nel giro di qualche giorno perdono il 60% e il Tesoro degli USA non ha alcuna intenzione di salvarle, non è solo inevitabile il loro improvviso fallimento ma anche la ripercussione sui listini (soprattutto bancari) delle nostre borse.Non esistono più le banche che si limitano al solo risparmio e al credito. Oggi investono tutte in borsa, siano esse stesse quotate o no. E chi compra azioni di banche ben quotate in borsa o di startup tecnologiche collegate a quelle banche, e poi si accorge che le azioni non valgono niente, cosa fa? Nel 1932 i suicidi negli USA erano saliti a oltre 22 su 100.000 abitanti.È la finanza che domina l’economia, e se le cose vanno male, i primi a pagare sono i correntisti, che non possono mai essere garantiti al 100%, meno che mai se tutti corrono contemporaneamente agli sportelli bancari. Gli svedesi lo sanno che buona parte delle loro pensioni sono collegate al fallimento della Silicon Valley Bank?Ricordiamo che l’ultima crisi finanziaria è durata circa un decennio: 2008-18. Mentre ci si stava riprendendo è arrivata un’altra depressione causata dalla pandemia. Prima ancora abbiamo avuto crisi finanziarie agli inizi del terzo millennio, nel periodo 1980-82, durante lo choc petrolifero del 1973-75, per non parlare della grande depressione del 1929-39, che anticipò la guerra mondiale.Si potrebbe qui inventare una nuova Legge di Murphy: se si passa continuamente da una depressione finanziaria a un’altra, ci si deprime.

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