Aria fritta
“Se l’Ucraina non riesce a difendere la sua indipendenza, non avremo scelta, saremo costretti a entrare nel conflitto”, ha detto Jan Emeryk Rościszewski, ambasciatore polacco in Francia.
Che significato ha questa frase sibillina? La Polonia sta forse minacciando l’escalation in caso di un possibile negoziato?
Se è così, la NATO sta dando per scontato che in una qualunque trattativa con Mosca, Kiev sarebbe costretta a riconoscere la perdita del Donbass. Il che contraddice la narrativa di sempre, e cioè che i russi devono andarsene dal Donbass, altrimenti l’integrità territoriale non può essere rispettata.
Quindi nessuna diplomazia è possibile, nessun cessate il fuoco. L’Ucraina deve vincere, altrimenti ci penserà la NATO, che di sicuro non può perdere (inclusa la faccia). Quanto il conflitto possa durare non è un problema per la NATO: anzi più dura e più sfiancherà la Russia. Le armi verranno consegnate finché necessario. È un mantra anche del nostro governo. E l’obiettivo finale, quello inevitabile per concludere la pace, è la resa della Russia. Quindi o i russi se ne vanno via spontaneamente dal Donbass, oppure dovranno essere cacciati, e se non ci riesce l’Ucraina, ci penserà la NATO.
È quindi evidente che la NATO sta ragionando come se l’Ucraina quasi appartenesse all’Alleanza. Cosa che in realtà dovrebbe essere esclusa a priori, poiché nessun Paese può chiedere l’adesione alla NATO finché è coinvolto in un conflitto armato in corso.
Ricordiamo comunque che nello Statuto della NATO non c’è, di guerrafondaio, solo l’art. 5, in cui viene dichiarato che ogni attacco a una nazione tra quelle appartenenti alla coalizione verrà considerato come un attacco alla coalizione stessa. Esiste anche l’art. 4, il quale prevede che “le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. Le ultime volte che ci si è appellati a questo articolo l’han fatto Lettonia, Lituania e Polonia nel 2014 (dopo l’annessione russa della Crimea), nel 2021 (in seguito alla crisi dei migranti provocata dalla Bielorussia al confine polacco) e infine da Polonia e Paesi Baltici a seguito dell’attuale conflitto ucraino. Come si può vedere, ogni volta l’Ucraina è stata considerata quasi come facente parte dell’Alleanza.
Da notare che l’art. 1 recita così: “Le parti si impegnano a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte… e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all’uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite.”
Se questa non è aria fritta, che cos’è?
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