Perché non possiamo che perdere
Più volte abbiamo detto che la Federazione Russa, dopo aver vissuto il fallimento del socialismo statale di derivazione stalinista, e l’ancor più disastroso capitalismo privato (quello degli oligarchi) promosso da Eltsin negli anni ’90, ora sta sperimentando, con Putin, un capitalismo statale abbastanza particolare.
In Europa occidentale il capitalismo statale si è imposto dalla fine della seconda guerra mondiale sino alla fine degli anni ’70. Si doveva rimediare ai guasti del precedente capitalismo privato e affrontare la concorrenza ideologica del socialismo statale di marca sovietica, che sembrava garantire una certa uguaglianza sociale, quella che in occidente è sempre mancata, in quanto ritenuta incompatibile con l’esercizio della libertà personale e dell’iniziativa privata.
A dir il vero nell’Italia fascista e nella Germania nazista si era formato un certo capitalismo statale gestito da due partiti molto autoritari, ma questi Stati erano troppo aggressivi in Europa per poter costituire un modello per tutti gli altri.
Oggi, in questa guerra contro la Russia, ci troviamo ad affrontare un capitalismo statale che non è più nelle nostre corde. Per un anno ci siamo illusi che con la potenza economica del nostro capitalismo privato avremmo avuto facilmente la meglio, soprattutto sul piano finanziario, su quella che a noi appariva una debole, fragile Russia. Siamo stati smentiti clamorosamente. Anzi sembriamo destinati anche a una sconfitta sul piano militare.
Ma che cos’è che rende il capitalismo statale russo così forte rispetto al nostro capitalismo privato? Sono cose che a noi mancano del tutto: l’indipendenza energetica, la forza morale (conseguente al fatto che la popolazione non è devastata dal consumismo), il senso patriottico della difesa nazionale (avendo questo Paese subìto periodici attacchi militari da parte dell’occidente), il rifiuto di usare il neocolonialismo per imporsi sui Paesi più deboli, un certo primato della politica sull’economia, un pluriconfessionalismo religioso (ortodossia cristiana, islam, buddhismo ecc.) che non si pone in competizione con lo Stato e non si allea coi suoi nemici.
L’occidente collettivo è destinato a perdere il confronto militare con la Russia, proprio perché siamo messi peggio in tutti gli altri campi. Cioè anche se raggingessimo il livello qualitativo delle forze armate russe, non riusciremmo comunque a vincere, in quanto siamo privi del supporto che ci permette di usarle in maniera significativa.
La Russia potrà trovare in futuro un avversario di tutto rispetto solo da parte della Cina, che ha sviluppato un inedito socialismo di mercato. Ma anche in questo caso bisogna affermare che il socialismo democratico è un’altra cosa.