Il governo giapponese ha confermato che il rilascio dell’acqua contaminata nell’oceano Pacifico dall’impianto nucleare di Fukushima inizierà probabilmente in primavera, o al massimo in estate.

Questo perché gli stoccaggi in centinaia di cisterne che circondano la vecchia centrale. hanno raggiunto la massima capacità possibile: oltre 1,3 milioni di metri cubi.

L’acqua, presa dal mare, dalle falde e dalle piogge, è servita per raffreddare la centrale, quindi è contaminata, anche se si cercherà di filtrarla o diluirla con acqua di mare prima di scaricarla in mare. Si stima che siano necessari 254 litri di acqua di mare pulita per ogni litro di acque reflue contaminate, quindi la quantità totale di acqua contaminata che il Giappone rilascerà nell’oceano supererà i 300 milioni di tonnellate.

L’intero processo di smantellamento della centrale, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051.

Il Giappone non vuole condividere i dati scientifici sulle acque contaminate, ma si sa che queste acque contengono più di 60 radionuclidi, che si diffonderanno nell’arco di tre anni nell’intero oceano Pacifico e, dopo 10 anni di scarico, nei mari di tutto il mondo, causando danni imprevedibili all’ambiente marino e alla salute umana.

Chi pensa che l’energia degli idrocarburi debba essere sostituita dal nucleare dovrebbe prima sottoporsi a una terapia psicanalitica per cercare di risolvere le sue insicurezze. E quando sentiamo che il governo di Kiev cerca di bombardare la centrale di Zaporizhzhia, controllata dai russi, l’intero pianeta dovrebbe dichiarare guerra all’Ucraina.

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