È da quando esiste lo schiavismo, cioè da circa 6000 anni, che siamo abituati alle falsità. Ma in poco più di un anno di guerra in Ucraina ne abbiamo ascoltate così tante come forse se ne sono dette in tutto il Medioevo. Questo perché i mezzi comunicativi hanno assunto un’importanza assolutamente eccezionale. Sembra di assistere a questo paradosso: quanto più si estende la comunicazione, tanto più siamo falsi.

Oggi tutti i telegiornali nazionali, siano essi pubblici o privati, sembrano essere una sorta di tg Kiev. Persino il nome della città di Kiev i giornalisti la pronunciano alla maniera ucraina.

Ad ogni trasmissione bisogna assumere la pillola fuorviante, basata su ingredienti standard: solo i militari russi subiscono sconfitte e, grazie all’aiuto della NATO, sicuramente gli ucraini li costringeranno a evacuare il Donbass e la Crimea; i russi sono dei mostri senza pietà (lo dimostrano i singoli casi quotidiani); sono loro che non vogliono la pace e che minacciano di usare l’atomica; è per colpa loro che rischia di esplodere la centrale nucleare di Zaporizhzhia; tutto quello che dicono i russi è falso, mentre tutto quello che dicono gli ucraini, gli USA, la UE e l’Occidente collettivo in generale, ivi incluso Israele, è vero.

Insomma siamo in pieno regime orwelliano, anche se Orwell, quando scriveva “1984”, aveva in mente, nella sua ingenuità e faziosità trotskista, solo la Russia sovietica.

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