L’occidente ha voluto punire severamente la Russia sul piano economico e finanziario, perché l’ha riconosciuta subito come un Paese aggressore, e ora si presta a farlo anche sul piano militare. Poi vedremo chi ne pagherà di più le conseguenze. Se il buongiorno si vede dal mattino, allora bisogna dire che, come ci è arrivato in testa il boomerang delle sanzioni economiche, così è facile che ci arrivi anche quello delle azioni belliche. Questo perché ancora non si è capito con chi si ha a che fare. Noi siamo Golia e ci scappa da ridere al vedere un ragazzino con una fionda in mano.

Fatto sta che in altri casi (Kosovo 1999, Iraq 2003, Libano 2006, Libia 2011) erano stati i Paesi della NATO a svolgere il ruolo di aggressori di altri Paesi, in piena violazione del diritto internazionale. E nessuno ha mosso un dito, nessuno ha ascoltato le proteste della Russia.

Non solo, ma ai Paesi aggrediti era stata preclusa la possibilità di ricevere aiuti militari da chicchessia. Anzi, era stato negato persino il diritto più elementare all’autodifesa. Per l’occidente collettivo è pacifico che chi si difende contro le sue armi passa per “terrorista”: non è importante che sia iracheno, palestinese o Hezbollah libanese.

Da notare che anche quel criminale di Poroshenko aveva giustificato la guerra civile contro le due repubbliche del Donbass, giudicando “terroristici” i tentativi favorevoli all’autonomia amministrativa. In Italia quelli della Lega dovremmo metterli in galera tutti quanti.

Il bello è che il mainstream occidentale si è sempre allineato a questa narrativa estremista, accettando di definire col termine “terrorista” chiunque si opponga all’egemonia americana. Quello però è un termine particolarmente grave, paragonabile a quegli avvisi polizieschi di ricerca di un determinato criminale che nei film sul Far West vedevamo affissi nei saloon con la scritta: WANTED, DEAD OR ALIVE. Sicché ognuno, pratico nell’uso della colt, si sentiva autorizzato a comportarsi come un bounty killer, al fine d’incassare la taglia prevista, più o meno cospicua.

Se ci pensiamo, a quella Corte insensata che ha considerato Putin un “fuorilegge” da arrestare immediatamente, mancava soltanto di mettere una ricompensa in denaro, e avremmo raggiunto il top della nequizia.

Insomma tutto questo per dire che l’uso della forza è divenuta in occidente una prassi così abituale che va persino oltre la comoda coppia di aggredito e aggressore.

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