Sempre dittatura è
È evidente che se Russia oggi e Cina domani vengono presentate dall’occidente collettivo come nemiche della democrazia, come “agenti del male internazionale”, la guerra diventa inevitabile.
Ci illudiamo però pensando che sarà soltanto una guerra contro un nemico esterno. Sarà anche l’occasione per imporre una dittatura fascistoide all’interno di ogni singola nazione. E oggi tutte le nazioni occidentali sono destinate a dipendere dagli Stati Uniti.
Quanto più il nemico viene presentato come forte e pericoloso, tanto più le multinazionali, le élite finanziarie e gli apparati militari si sentiranno autorizzati a trasformarci in servi ubbidienti.
Quando le idee del socialismo statale andavano per la maggiore, la prassi terroristica di stampo fascista era quella di creare un caos nazionale tale per cui la popolazione ritenesse necessario per la propria sicurezza una soluzione autoritaria.
Oggi l’occidente collettivo tende a essere globalista. Le esigenze nazionalistiche vengono viste come un limite da superare. Le entità sovranazionali vogliono imporsi con la forza. Il fascismo, sotto la copertura della democrazia rappresentativa, aspira a una dimensione internazionale.
L’Unione Europea è più importante delle singole nazioni; la NATO è più importante della UE quando ci si trova in una situazione bellica; le multinazionali, le élite finanziarie mondiali e il Deep State americano, con la sua propaganda mediatica, sono più importanti della NATO.
Praticamente l’occidente si sta illudendo di poter risolvere le contraddizioni del capitalismo nazionale favorendo entità sempre più sovranazionali, in cui il singolo individuo non conta assolutamente nulla. Qualunque posizione identitaria, qualunque formula ideologica non globalista o non liberista viene vista con sospetto e prontamente emarginata e riassorbita.
Sembra di rivivere il passaggio dalla repubblica senatoriale romana, basata su aristocrazia agraria e successivamente anche finanziaria, alla monarchia principesca basata su legionari e funzionari statali, in cui l’importanza della corte imperiale sovrastava nettamente quella del senato, al punto che poteva scegliere di collocarsi in città diverse da Roma. Chiunque poteva diventare imperatore, se aveva capacità militari. Oggi più che la spada domina il capitale. Ma sempre dittatura è. E quella volta fu così spietata che i alla fine i cittadini videro i “barbari” come dei liberatori.
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