La Russia viene descritta come “una vasta potenza eurasiatica ed euro-pacifica”, cioè come un forte Stato sovrano di dimensioni continentali. L’aggettivo “vasto” non è usato come puramente descrittivo. Infatti si dice che la vera sovranità può essere posseduta solo da poteri “vasti”.

A me questo modo di ragionare, sinceramente parlando, piace poco. Mi rendo conto che di fronte a colossi come Stati Uniti, Unione Europea, Occidente collettivo, Cina, India… si è per forza costretti a parlare in termini macro, soprattutto nei confronti dell’occidente, che vuole l’intero pianeta a propria immagine e somiglianza.

Tuttavia la sovranità – ragiono in astratto – non dovrebbe essere considerata una caratteristica tipica dei grandi Stati, riservando a quelli piccoli il ruolo di satelliti o, peggio, di colonie. Anche perché spesso il benessere dei grandi Stati è garantito dal malessere di quelli piccoli.

In realtà la sovranità dovrebbe appartenere al popolo, a prescindere dall’istituzione politica che lo rappresenta. Oggi questa istituzione è lo Stato, ma potrebbe essere una semplice assemblea di persone anziane o autorevoli. In fondo gli Stati nazionali, centrali o federali che siano, sono nati solo mezzo millennio fa.

È assurdo pensare che a livello internazionale la pace viene garantita meglio quando a confrontarsi sono i grandi Stati. In questa maniera si torna alla strategia del terrore, cioè non ci si ammazza solo per timore delle armi dell’avversario.

Noi invece dobbiamo metterci in testa che più importanti degli Stati sono i popoli. Se i popoli non riescono a essere democratici, non sono sicuramente gli Stati a farli diventare tali. Anzi in genere gli Stati svolgono un ruolo aggressivo, essendo strumento coercitivo di determinate classi sociali. Se non riescono a imporsi in politica estera, diventano molto autoritari in politica interna.

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