La fine degli Stati nazionali
Gli Stati nazionali sembrano essere destinati a scomparire. In Europa occidentale sono nati mezzo millennio fa, grazie alla classe borghese, che appoggiava una monarchia nazionale assoluta e centralizzata non solo contro gli imperatori medievali del sacro romano impero, ma anche contro i tanti nobili che volevano fare i sovrani in territori locali-regionali.
Poi, quando il processo ebbe la meglio, la borghesia pretese di sostituire le monarchie ereditarie con quelle costituzionali, fino addirittura, in taluni casi, a sostituire la monarchia con la repubblica democratica. Importante per la borghesia è avere un proprio organo autonomo di rappresentanza parlamentare nazionale.
Oggi, all’interno del concerto di “multipolarismo”, sembrano contare di più gli Stati-Civiltà, cioè gli Stati multinazionali (multietnici, multiconfessionali, plurilinguistici), come per es. Russia, Cina, India ecc. Ma anche l’Unione Europea sarebbe uno Stato-Civiltà se non si lasciasse dominare da USA e NATO.
Combattersi tra loro sta diventando un’assurdità, in quanto sono enormi, nonostante abbiano a disposizione armi potentissime.
La Federazione Russa, dopo aver perso completamente la propria sovranità negli anni ’90, ora, con Putin, la sta recuperando in una forma inedita, diventando protagonista di un processo di rilevanza mondiale, condiviso da molte nazioni che vogliono associarsi tra loro per costruire qualcosa che va oltre il classico Stato-Nazione. Ci riferiamo ovviamente all’Africa, all’America Latina ma anche al Medio Oriente islamico.
La Russia di Putin ha preso consapevolezza di essere una civiltà euroasiatica, erede di tradizioni quanto mai lontane tra loro, come quella dell’impero bizantino, dell’asiatismo tataro-mongolo e della rivoluzione francese.
Sta insegnando al mondo intero che il dominio globalista dell’Occidente collettivo va considerato superato. Se la civiltà occidentale vorrà continuare a sussistere, dovrà tener conto che esistono altri Stati-Civiltà da rispettare.
Questo vuol dire che se gli USA, la UE, il Regno Unito, il Canada ecc. insistono nel voler muovere guerra alla Russia, rischiano d’infilarsi in un tunnel senza via d’uscita. Ormai il concetto di “multipolarità” è entrato nella testa di tutti quegli Stati che vogliono liberarsi del neocolonialismo occidentale e che hanno capito che, per poterlo fare, devono associarsi tra loro, sotto tutti i punti di vista.
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