Washington è in grave difficoltà nel ripagare i propri creditori per circa 31.000 miliardi di dollari. Si sta sgretolando un impero finanziario basato sul primato mondiale del dollaro, che obbligava tutti i Paesi del mondo, con la complicità dell’OPEC, ad acquistare i prodotti energetici in questa moneta. Nel passato chi voleva sostituirla con l’euro (Saddam Hussein) o con una moneta africana (Gheddafi) era stato fisicamente eliminato. Ora la stessa cosa non si può fare con Putin, Xi Jinping e tutti gli altri. Si può giusto far scoppiare una guerra mondiale, ma questa deve essere nucleare, perché l’occidente non ha i numeri per vincere una guerra convenzionale, checché ne pensino i generali della NATO.

La cosa più assurda dei governi americani è che, nonostante il primato finanziario del dollaro, sono riusciti a indebitarsi enormemente. Nel 2022 il debito in rapporto al PIL ha superato il 120%, un valore che in passato era stato raggiunto solo durante la seconda guerra mondiale.

D’altra parte il tema del “tetto del debito” in passato è sempre stato risolto alla stessa maniera: aumentando il tetto. A questo punto il default diventa inevitabile, e col crollo degli USA crollerà anche la UE, il Giappone, il Canada e tutto l’Occidente.

Stiamo assistendo a un cambio della guardia: il capitalismo viene ereditato dall’Asia, ma in una forma tale che la politica non è schiava dell’economia.

C’è un proverbio cinese che dice: Non ammazzare la gallina per prenderle le uova. Ecco, questo è ciò che ha fatto l’occidente: ha distrutto la stabilità internazionale coi suoi atteggiamenti cleptocratici.

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